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Da Shareholder a Stakeholder

Noi: in questo semplice pronome è racchiuso il nuovo modello di società e di economia che dobbiamo imparare a costruire. Noi: perché dobbiamo imparare che le sfide, gli ostacoli, i successi, avvengono solo grazie al senso di appartenenza e di comunità, alla stretta interrelazione che esiste tra gli esseri umani e tra questi e il pianeta. Noi: è solo attraverso la condivisione di idee che si verrà a creare quel progresso sostenibile, ricco di innovazioni e di senso etico. Partiamo da questo “Noi”, abbandonando la logica del profitto per pochi e aggiungendo l’azione dell’attenzione verso gli interessi comuni. A partire da quei settori che sono visceralmente collegati all’uomo, come l’alimentazione e la salute. Aumentare gli investimenti in un’agricoltura resiliente, capace di adattarsi ai cambiamenti climatici, rispettando gli ecosistemi esistenti, è una prima risposta al continuo aumento del fabbisogno alimentare. Per fare questo è necessario sviluppare forme di coltivazione in equilibrio con le richieste del mercato, puntando decisamente sulla sostenibilità e sulla territorialità, a scapito dell’export sfrenato e illogico. Perché non è più immaginabile leggere cifre assurde in merito agli alimenti più sprecati annualmente nel mondo: il 45% di frutta e verdura, il 35% del pesce, il 30% dei cereali, il 20% della carne e dei prodotti lattiero-caseari. Parliamo di milioni di tonnellate di cibo buttato. Recuperando o gestendo in maniera oculata la filiera alimentare e diminuendo gli sprechi è stato stimato che si potrebbero sfamare 10,2 miliardi di persone, ben più dell’attuale popolazione mondiale. Un terzo del cibo è perso o sprecato: il compito di tutti è porre fine a questa terribile assurdità che sottolinea esclusivamente l’egoismo della parte (minoritaria) della popolazione. Noi di Three 4 Africa abbiamo scelto di seguire la strada del rafforzamento delle competenze agricole, della creazione di infrastrutture rurali integrate nell’ambiente, della coltivazione a km 0 per i mercati locali, nei Paesi in via di sviluppo, mettendo al centro della nostra azione il continente africano. Perché rimanere solo sui mercati locali di questi Paesi? Per l’enorme potenzialità dei sistemi africani, per la straordinaria produttività dei terreni, per la volontà di garantire accessibilità dei prodotti al giusto prezzo: tre parametri che creano valore aggiunto ed efficacia nel tempo. Non è più tempo di parlare di futuro dell’alimentazione perché lo stiamo coltivando ora. E lo possiamo fare insieme. Noi.



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